giovedì 23 gennaio 2014

22/01/14 - Così il sogno Filadelfia diventa realtà

 
 
Pronto il progetto del luogo simbolo del Torino arrivato a dicembre sul tavolo di Comune e Regione. Palazzo civico ha già versato un milione di euro e c’è la data d’inaugurazione: 4 maggio 2016
 
emanuela minucci
torino
 
Il progetto c’è. E fa sognare come certi tiri in porta del Grande Torino. Ma stavolta la memoria servirà a costruire il futuro: il nuovo stadio Filadelfia, quello che sinora è stato un eterno ritorno di ricordi e macerie. Ora è tempo di ricostruire ex novo. E lo studio - ci sono le immagini, i calcoli, una buona sicurezza sui fondi in arrivo da Comune e Regione e pure un «save the date» per il taglio del nastro: 4 maggio (non una data a caso) 2016 - da vedere e toccare. E anche se il neo-presidente della Fondazione Filadelfia, Cesare Salvadori, pennella i «rendering» di quei 38 mila metri quadri di prudenza («E’ solo una buona base di partenza») la notizia certa è che la Fondazione e gli enti locali ci stanno lavorando su con l’obiettivo di non perdere più un solo secondo e inaugurare sul serio il nuovo impianto il 4 maggio 2016.  
 
Due campi e un museo  
Il progetto è firmato dagli architetti Marco Aimetti ed Eraldo Martinetto. È immaginifico, moderno, e, nello stesso tempo, rispettoso della memoria. «Ci saranno due campi entrambi riscaldati per l’allenamento della prima squadra (che sarà un clone di quello dell’Olimpico omologabile Uefa) e il secondo per le partite della Primavera, costellati di tribune in grado di accogliere 4200 persone - racconta Aimetti - una spaziosa piazza pubblica di 2 mila metri quadrati illuminata da quattordici punti luce intitolati ai calciatori del Grande Torino e alla squadra (c’è anche un’opzione per fare i lampioni bifacciali così da intitolarne uno anche a Gigi Meroni e ad altri grandi campioni) schierati di taglio come nelle figurine Panini di una volta». Aggiunge: «Nello stesso spazio si ricaverà la sede sociale della squadra e come simbolo dell’opera e punto di ritrovo all’ingresso dello stadio, un toro a grandezza naturale ricavato assemblando gli storici pilastri del Filadelfia oggi custoditi al museo di Villa Claretta, a Grugliasco». Un progetto come tanti scaturito da un concorso di idee e magari candidato a finire in un cassetto? In Comune spazzano via ogni dubbio: «E’ l’unico progetto vero, si può definire studio di fattibilità, qualcosa di molto simile a un preliminare». In aggiunta è la base che utilizzeranno gli enti locali per accendere i mutui con cui finanziare l’opera. 
 
Costi e finanziamenti  
Se il Comune di Torino ha già versato alla Fondazione Filadelfia il primo milione (con delibera del dicembre scorso) dei 3,5 che dovrà stanziare così come la Regione che li investirà ottenendoli tramite mutuo, sono i soldi del presidente del Torino Urbano Cairo (un milione) di cui per il momento non si ha notizia. Ma il rappresentante dei tifosi nella fondazione, Andrea Voltolini si sente di tranquillizzare gli scettici: «Sono certo che arriveranno». Fra l’altro, la fondazione sta cercando casa proprio dalle parti di via Filadelfia, per monitorare meglio il territorio. «Questa cittadella granata - spiega ancora l’architetto - dovrebbe costare 8 milioni di euro, discorso finanziario a sé invece, merita il museo che appare già nei rendering, ma verrà costruito in un secondo tempo e aggiungerà altri 3 milioni alla spesa totale dell’insediamento». Per il resto al nuovo Filadelfia non mancherà niente: la tribuna stampa, l’area della ristorazione e il Toro Store che alla fine troveranno posto all’interno del museo (disegnato da Marco Bo) e in un primo tempo sotto la tribuna centrale. Sono allo studio le più diverse forme di vendite di uno stadio fatto a pezzetti come il Lego per finanziare il Museo che custodirà tutti i cimeli che ora si trovano a Grugliasco. Si sta pensando di vendere i seggiolini, una piazza pubblica e un luogo all’aperto dedicato alla memoria. E anche di partire con altre forme più organizzate di azionariato diffuso. Ci sarà un parcheggio interrato (riservato ai giocatori) mentre quelli del quartiere dovrebbero aumentare.  
 
Fedeltà all’originale  
Per il momento il cda ha dimostrato di apprezzare non poco il progetto: «Se si fa una foto dall’alto a quel che resta oggi del mitico Filadelfia e sovrapponiamo quell’immagine al nuovo progetto di Aimetti ci accorgiamo che si tratta di un progetto rispettoso dell’armonia del pre-esistente» dice il vicepresidente Gianluca Vignale. E il 17 febbraio, data del prossimo consiglio d’amministrazione della Fondazione certamente uno degli argomenti trattati sarà l’idea progettuale del nuovo stadio. Certo, mettere mano ad un luogo di culto come questo - non dimentichiamo che in questa struttura il Torino è rimasto imbattuto per sei anni, e cento gare consecutive, dal 17 gennaio 1943 alla tragedia di Superga del 4 maggio 1949, compreso il famoso 10 a zero contro l’Alessandria (risultato tuttora record per una gara di Serie A), non è facile. Così come non è stato facile in tutti questi anni trovare forze, soldi ed energie per passare dalla memoria al futuro. Ma adesso pare proprio l’ora di battere il calcio d’inizio. 
 

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