venerdì 18 ottobre 2013

17/10/13 - Filadelfia 1926 Ritorno al futuro?

TORO LA RICORRENZA
Lo stadio del Toro inaugurato 87 anni fa continua a non trovare pace dal 1997
Il processo di ricostruzione rimane in stallo, ancora in attesa delle mosse del Comune e del club di Cairo
 
 STEFANO LANZO
TORINO. Proviamo a chiuderci dentro la macchina del tempo e a digitare le cifre magiche per rivivere un’altra epoca, per andare a respirare la Torino degli Anni 20, il calcio degli albori che muoveva i primi passi e si nutriva ancora di orgoglio e sentimento. Ecco la combinazione: 17/10/1926. Ovvero esattamente 87 anni fa. Quando lo stadio Filadelfia, allora Campo Torino, veniva inaugurato con una sfida amichevole tra il Torino e la Fortitudo Roma. C’erano i Savoia, tra il pubblico. Erano in 15 mila: il Torino chiaramente vinse, nella sua nuova casa. Una dimora accogliente, moderna e funzionale, un gioiello dei tempi: gradinate in cemento, tribune in legno, stile Liberty. La richiesta di costruzione per lo stadio, voluto dal conte Enrico Marone di Cinzano , presidente granata, era avvenuta il 26 marzo 1926: i lavori erano durati appena 5 mesi. Roba da far impallidire i tanto celebrati tempi moderni: ci stanno mettendo più di 16 anni a ricostruire quello che hanno distrutto. E non sono ancora lontani dalla parola fine.
LA RETROMARCIA  La macchina del tempo, dunque. Oggi si celebrano gli 87 anni del Filadelfia e la tristezza è potente quanto la determinazione dei tifosi, da sempre in prima linea per riavere l’unica dimora possibile. L’indignazione ormai ha fatto largo allo sconforto, che però non porta alla rassegnazione: il Filadelfia deve risorgere, con un’altra pelle e un’altra faccia, ma con lo stesso spirito di un tempo. Respirando l’aria degli Invincibili, godendo a piene mani dell’ispirazione e del ricordo di chi in quel teatro dei sogni ha onorato una maglia leggendaria. E ha dato ancora di più: identità, senso di appartenenza, ha costruito un popolo, ha addestrato la propria gente a esaltarsi nella sofferenza, a trovare il riscatto e la consacrazione attraverso le proprie forze, convertendo un destino beffardo e a volte atroce. Una macchina sforna-campioni, il Filadelfia. E il luogo di incontro di gente pronta a condividere ogni cosa: nell’estate del 1997 tutto questo è stato raso al suolo, da allora a fiorire sono state parole, menzogne, promesse, oltre alle ortiche. E la casa granata si è trasformata in discarica: a 87 anni dalla sua inaugurazione e a 16 dal suo abbattimento, è ora di dire basta a tale inaccettabile e infinito scempio.
LO STATO DELL’ARTE Lo stato dell’arte per quanto riguarda la ricostruzione del Filadelfia non lascia sereni. Manca il presidente del CdA della Fondazione, non una semplice pedina, ma una figura determinante per portare avanti e accelerare il pachidermico processo burocratico. Del bando non esiste ancora traccia, anche se nelle stanze del Municipio si racconta di sondaggi per conto del sindaco atti a valutare il terreno. Qualcosa si muove, ma non è ancora abbastanza. Pure della lettera di intenti del presidente granata Urbano Cairo  non si ha notizia, anche se ufficiosamente c’è chi sostiene che sarebbe pronta, in attesa evidentemente di qualcosa. Che possa essere la nomina del presidente del CdA? Chissà, se così fosse sarebbe bizzarro: perché il Comune al tempo stesso lascia intuire che i rallentamenti sarebbero favoriti proprio dalla melina del club granata. E allora che si mettessero d’accordo, ponendo fine allo stucchevole scarica-barile. Anche perché il tempo passa e se ne è perso già abbastanza: in questo momento il progetto di ricostruzione è ancora allo stato preliminare, in attesa di approvazione definitiva. Al 2014 mancano meno di due mesi e mezzo. Qualche novità è attesa per mercoledì 6 novembre, quando, durante il consiglio delle circoscrizione 9, verrà trattato il tema alla presenza dell’assessore allo Sport Stefano Gallo  e dei membri del CdA: per quel tempo avere un presidente, possibilmente definito e definitivo, deve essere un obbligo. Non una semplice necessità.
Foto: Un’immagine suggestiva dello stadio Filadelfia: voluto dal conte Marone di Cinzano, venne costruito in meno di cinque mesi (LaPresse)

Nessun commento:

Posta un commento