lunedì 16 settembre 2013

Filadelfia: l'isola che non c'è

da MacHiavell »
domenica 15 settembre 2013, 15:49
 
Caro Zingaro

ho trovato questo articolo, pubblicato sull'Almanacco del Torino, edito da me e Giorgio Gandolfi nel 1990. Lo ha scritto Eugenio Quirico, un caro amico, ex giocatore delle giovanili granata ed assiduo frequentatore del Fila.

Rileggendo questo righe mi vengono in mente le serate radiofoniche e i personaggi di Tifotorocaffè, il nostro cortile virtuale, e penso che il Fila, anche se non c'è più come luogo fisico, vive ancora nei pensieri e nelle parole di chi ama il "TORO" che, come scrive Eugenio: "E' una squadra, una città, una fede, una vita, una curva, una maglia, una leggenda, un dolore, un sentimento, un pretesto. E' tutto quello che volete".

Grazie per tutto quello che fai/fate per tenere viva questa leggenda, in momenti così travagliati e difficili.

Enzo

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Filadelfia: l'isola che non c'è

Mi hanno chiesto di raccontare dei personaggi che hanno fatto e continuano a scrivere la storia quotidiana di un sogno.
Quale sogno? Quello dell'amicizia. Ogni personaggio ha una sua collocazione sociale precisa, ognuno di noi porta con sè esperienze e problemi, che vengono stemperati nella matrice comune di un mito.

"Filadelfia" vuol dire calcio, vuol dire TORO, ma non solo: vuol dire trovarsi, vuol dire aiutarsi a superare momenti, come non si riuscirebbe altrove.
Tutti noi abbiamo un nome: lì, tra quelle vecchie mura, invece si ha un soprannome, una facile identificazione che aiuta a non essere formali. Sono i momenti del dopo ufficio, del dopo lavoro, del dopo partita, del dopo tutto, che nascono con taciti segnali di aggregazione spontanea e terminano, con il buio.

Qui non c'è una "Club House" ma solo un marciapiede, non c'e il bar ma il barbaresco di qualcuno; se piove ci si bagna, lunghe file di cospiratori alla conquista di un pezzo di balcone sotto il quale comprare attaccanti o vendere terzini.
E' il regno dei sogni inappagati per molti, del ricordo favoloso per pochi; ma da sempre è contrapposizione odio-amore per una squadra in cui ci si identifica. Come ogni comunità che si rispetti anche il mondo del Filadelfia ha i propri caratteristi, i suoi primi attori e le sue comparse, tutti insieme si recita una storia sempre uguale e sempre diversa: la storia delle nostre vite.

Si confida a quello del Filadelfia il proprio patema, si chiede a quello del Filadelfia il consiglio per un affare, si crede in quelli del Filadelfia poichè si reputa che la loro credibilità di persone travalichi l'esteriorità.

II Filadelfia lo paragonerei all'isola che non c'è: qui le razze si mescolano, si insultano e si stimano, ogni lato politico del problema è usato in chiave ironica, le minacce sono stereotipi bellissimi, le citazioni la sagra dell'ovvio.
Ognuno di noi contribuisce come e quanto può a mantenere vivo questo state di cose, cerchiamo di stare insieme legati da un comune denominatore che e la squadra per cui tifiamo, ma credo che non sia solo questo a legarci, ma una sincera amicizia. Devono essere le nostre caratteristiche personali a far nascere simpatie ed accettazione poichè il Fila è uno dei pochi posti al mondo in cui tali caratteri si esprimono in modo libero.

E' veramente la storia del c'era una volta: "Mio figlio ha imparato a camminare in questo cortile ... " orgoglio di torinista; "C'ero anch'io quando ... " sospiro per uno squadrone.
Si aspetta il Mago, da lui si vuol sapere cosa capiterà nella tal partita, ma non interessa a nessuno, se non per il fatto di poterlo smentire; frustrazione di un sassofono che non può esprimersi, di una sottomissione a zieschi interessi di altra fede.

Al Filadelfia capita di conoscersi senza sapere chi siamo o dove siamo collocati al di fuori di queste mura. E'un piccolo mondo in cui si scambiano parole, si ottiene stima e se ne dà, si parla di calcio, per dare il fianco alla replica e al dibattito.

In queste righe ho parlato poco di calcio, ma il calcio con tutto questo forse ha poco a che fare, il riferimento è il "TORO" che è una squadra, una città, una fede, una vita, una curva, una maglia, una leggenda, un dolore, un sentimento, un pretesto. E' tutto quello che volete.

Caro Beppe, "Van Basten non e un centravanti ... " era un'affermazione tecnica su cui discutere secondo parametri e non secondo sentimento, forse hai ragione tu: lui fa goal, ti fa sognare. E' proprio un grande centravanti. Sono chicche di ogni giorno, di ogni dopo partita, sono assiomi che come tali devono essere smentiti, vista l'opinabilità del calcio.

Filadelfia pretesto di tante cose, Filadelfia semplicità di momenti felici, Filadelfia crocevia di esistenze comuni , Filadelfia comunità spontanea di caratteri
Filadelfia testimonianza di ieri, Filadelfia speranza che sia sempre così.

Qui i moderati prendono coraggio, tra queste mura si sentono tutelati anche quelli che nel loro sociale sono incerti.
Non voglio fare della demagogia, ma l'ambiente molte volte aiuta a chiudere o aprire discorsi tra chi normalmente non riesce a farlo.

Ed ora vorrei presentarvi questa galleria di personaggi, di amici, di conoscenti, di nessuno, ma non importa, poichè in ugual misura sono tutti importanti:

Eugenio.....papà di Giovanni SIP
Giovanni....figlio di Eugenio SIP
Beppe.......Tragedia
Guido.......Scudetto
Piero........Bumbunin
Elio..........Parente di giocatore
Sergio.......Intenditore di calcio
Gianni......Civich 1
Tartaglino..Civich 2
Luciano.....Banca
Modesto.....Canister
Maurizio....MacEnroe
Franco......IVECO
Vito.........COMAU
Michele.....SIP
Aida.........II Professore
Giorgio.....Cane sciolto
Luigi........II Perfezionista
Marcello....Trasferta
Benito.......Cambiale
Pieri.........Bateaur
Garbo.......Ascensore
Bastian......Barbaresca
Ottavio......II Mago
Pio...........juventino
Balocco......Santuario
Del Bosco....Gene Kelly
e tanti, tanti altri.

Questa lista di personaggi potrebbe anche non avere volto, la sola descrizione fa sì che ognuno possa costruirne uno che non sarebbe dissimile dall'originale.
Sono "Quelli del Filadelfia", quelli con cui si parla di calcio, quelli con cui si passa la serata, quelli a cui dare consigli, quelli a cui chiederne, quelli a cui fa piacere dir grazie, quelli che in tutto questo ci credono.

Queste poche righe sono solo il risultato di un sentimento che forse non riuscirei ad esternare diversamente. Parlare di questi "ragazzi" e di questo posto forse mi è nato nella testa e nel cuore perchè il Filadelfia è uno dei pochi posti al mondo in cui entrai per mano a mio padre quando ero bambino, in cui tornai adolescente ad indossare la maglia che amavo e che ora vivo, parlandone con voi.
http://www.tifotorocaffe.net/forum/viewtopic.php?f=2&t=606

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