venerdì 26 aprile 2013

26/04/13 - Niente museo al Fila. Nuova lite sul progetto

Il Comune: la somma non poteva essere spesa per altri scopi 
 
silvia garbarino

La polemica è nel suo dna. Pur senza meritarselo, ma tant’è. Che lo stadio Filadelfia intraveda la luce della ricostruzione o stia immobile con le sue macerie nel buio pesto delle intenzioni comunque crea dissapori. L’ultimissimo malumore, il giorno dopo la fatidica approvazione da parte del Cda della Fondazione del piano preliminare e soprattutto del piano finanziario per la realizzazione dell’opera, è lo skyline del futuro stadio.

Avendo discusso animatamente finora di un progetto preliminare che deve diventare definitivo e infine esecutivo, nessuno dei componenti il Cda presenti alla riunione di mercoledì (Vignale, Ferrauto, Voltolini, Beccaria) è in possesso di un disegno preciso di quello che diventerà il Fila. E la sorpresa è stata grande quando gli stessi hanno visto pubblicato l’impianto che sarà, facendo sorgere dei dubbi di trasparenza procedurale.

Piano condiviso
Il Cda ha approvato (tre voti favorevoli e un astenuto) il piano finanziario da 8 milioni di euro che servirà a realizzare due campi di calcio, una tribuna, spogliatoi e degli uffici. È esclusa la parte «commerciale» su via Giordano Bruno, che dovrà essere edificata con fondi privati.
La parte centrale del progetto riguarda solo il Toro Fc così come la gestione e manutenzione ricadrà totalmente sulla società di Cairo. Questa almeno è l’intenzione del Comune, prima istituzione a riprendere in mano il fascicolo Fila sette anni fa, sotto la spinta dell’allora comitato dei tifosi granata per la rinascita dello stadio.

Fondi esclusivi
La stessa amministrazione aveva «illo tempore» deciso di accantonare per la ricostruzione dell’area del campo del Grande Torino 3,5 milioni di euro. L’anno scorso l’assessore allo sport Gallo aveva annunciato la messa a bilancio di quella cifra - che bisogna ricordare non è stata sottratta ad altri capitolati comunali, tipo welfare, lavoro, scuole e non può neanche essere reinvestita in altro settore che non sia lo sport e quel progetto specifico, una somma vincolata, insomma - a cui erano seguiti l’impegno della Regione con una cifra analoga e un milione di euro promesso dal patron del Toro, Cairo.

Polemiche politiche
I 3,5 milioni comunali, sottolineava il consigliere grillino,Vittorio Bertola, a gennaio ancora non erano stati inseriti a bilancio. Ma un suo compagno di partito, Davide Bono, in Regione nei giorni scorsi ha criticato l’esposizione economica della Regione stessa per quel progetto. E ancora esponenti del mondo civile nonchè consiglieri del Pd non sono d’accordo con le scelte fatte dall’assessore Gallo e tutelate dal sindaco Fassino. In pratica tanta acredine su un progetto, che avrebbe in sè la forza di riqualificare pure l’area circostante.

La commissione
Il consiglio d’amministrazione della Fondazione Filadelfia, eletto insieme al Collegio dei Fondatori, intanto aveva indetto un concorso di idee per la realizzazione del nuovo Fila. A luglio 2102 erano stati esposti i disegni pervenuti, stabilita una classifica e affidata ad una commissione tecnica composta da cinque professionisti la valutazione di quei progetti. Lo stesso Fassino aveva fissato, recentemente, nel 15 maggio la dead-line per la presentazione di piano finanziario e progetto preliminare.

Bando pubblico
E si arriva così all’ultimo mal di stomaco. La commissione giudicatrice ha fornito sì le linee guida compatibili con il budget a disposizione, ma non può aver decretato un disegno definitivo. E per l’esecuzione pratica occorre istituire un bando pubblico.
Se l’iter non fosse questo si salterebbero dei passaggi e si fornirebbe un vantaggio nei confronti di chi si è speso professionalmente molto, senza avere peraltro un incarico che vada oltre una funzione «preliminare».
Le reazioni
«Da componente del Cda sono scontento perché si dà per certo un progetto che manco noi abbiamo in mano - dice Domenico Beccaria, rappresentante dei tifosi insieme all’avvocato Voltolini - E sono scontento come contribuente perché senza una parte dell’opera che richiami davvero l’origine e le tradizioni del Filadelfia quello che si va ad approvare è la costruzione del centro sportivo ad uso e consumo del Toro calcio, un ente privato che mette una parte esigua di denaro. Inoltre alla prossima riunione del Cda chiederò che nella gara d’appalto venga istituita una clausola per cui il progettista sia anche l’esecutore dell’opera».
 
 

 
 
LA STAMPA - Pag. 36/37
LA VERA TANA GRANATA PUO' FINALMENTE RINASCERE (F. Manassero)
 
 
 
LA STAMPA - Buongiorno - Massimo Gramellini
La minestra e il Filadelfia
«Non trova indecente che, con tanti torinesi senza un piatto di minestra, la città tiri fuori dei soldi per un altro stadio?».
Mara, pensionata.
 

Di pancia il suo sfogo non fa una grinza. Però la invito a usare la testa e magari anche il cuore. Lo stadio a cui allude si chiama Filadelfia e vi giocò, senza mai perdere, il Grande Torino. Da quando fu abbattuto, quindici anni fa, rappresenta uno dei tanti buchi neri del paesaggio italiano. In qualunque nazione rispettosa del proprio passato e artefice del proprio futuro, il Filadelfia sarebbe un punto di ritrovo per la comunità e un monumento capace di attrarre turisti della memoria. Potrei commuoverla con ricordi personali - la mano di papà che avvolge la mia mentre mi conduce all’interno del «tempio» e, trent’anni dopo, l’autista del carro funebre che fa percorrere a mio padre l’ultimo giro intorno al rudere in cui aveva trascorso le domeniche migliori della sua gioventù. Potrei insistere sulla scorrettezza dell’informazione che le è stata data: una parte dei fondi che il Comune investirà nella ricostruzione non sono della città, ma del Filadelfia e furono versati da un supermercato per poter edificare in zona. Invece preferisco azzardare un discorso che trascende il tifo e il Filadelfia. I soldi sono pochi, giusto usarli per le minestre. Ma se non vogliamo ridurci a un immenso centro di assistenza sociale, bisognerà pensare anche a creare lavoro. E in un mondo globale la sola chance di sopravvivenza che ci resta è investire nel nostro petrolio: natura, storia, memoria, cultura. Lei non ha idea di quanti piatti di minestra potrebbero riempire i mille Filadelfia d’Italia.



L’obiettivo è di poterlo inaugurare il 4 maggio 2015
Per realizzare il primo lotto, che lo renderebbe fruibile per la squadra, è prevista la copertura finanziaria
MARCO BO
STEFANO LANZO  

TORINO. Avviata la macchina burocratica, la strada è tracciata. E porta verso un nuovo Filadelfia tutto da scoprire e del quale Tuttosport ha già offerto una gustosa anteprima. Il progetto preliminare, che prossimamente verrà sottoposto al giudizio del Collegio dei Fondatori, ora che ha ricevuto il via libera del Cda della Fondazione, porta la firma di un pool di architetti di Pinerolo: Marco Aimetti , William Cattanea , Paolo Chiappero , con il coordinamento di Eraldo Martinetto . LAVORO NEI DETTAGLI Un lavoro particolareggiato, sviluppato passo dopo passo attraverso il confronto diretto con i vari membri del Cda. E anche con il beneplacit del presidente granata Cairo , essendo del resto il Torino Fc a dover usufruire della struttura sportiva, come peraltro previsto a chiare lettere dallo Statuto. Funzionale e accattivante la parte calcistica che ha già la copertura finanziaria, scenografica ed emozionale quella commerciale e museale: un progetto che infatti meriterebbe di essere completato nei vari lotti e che senza dubbio, una volta partito il cantiere, potrà attirare l’interesse di potenziali investitori.
LA PARTE SPORTIVA La parte sportiva ha ovviamente la priorità. Con due campi, la tribuna, gli spalti e tutto ciò che serve a una squadra di serie A. Anche un’area specifica per il recupero degli infortunati, con tanto di piscina. Il tutto collegato in un contesto confortevole per i visitatori, con il fondamentale lavoro di conservazione e valorizzazione dei resti ancora in piedi del Filadelfia storico. Verrà costruito anche un percorso della memoria che secondo il progetto andrà a sfociare nelle aree destinate al museo. Servirà qualche soldino in più degli 8 milioni che arriveranno nelle casse della Fondazione da Comune, Regione e Torino Fc.
LE TEMPISTICHE Delineare le tempistiche, ora come ora, è esercizio rischioso, essendoci ancora troppi, delicatissimi passi da percorrere. Però si può indicare quella che è la data simbolo: una sorta di sfida, un auspicio. L’obiettivo è inaugurare il Filadelfia nella giornata del 4 maggio del 2015, una data non a caso. Per farlo bisognerà posare le fondamenta agli inizi del prossimo anno, insomma nei primi giorni del 2014: le tempistiche stimate per la realizzazione del primo lotto, quello dell’area sportiva, si aggirano intorno a un minimo di 15 mesi fino a un massimo di 18. Dunque un anno e mezzo circa per poter avere il Torino nel centro sportivo nuovo di zecca. Il conto alla rovescia è cominciato e l’andamento dei prossimi mesi sarà determinante per comprendere se i tempi potranno essere rispettati. «Entro la fine di quest’anno contiamo di lanciare il bando unico per progettazione e realizzazione», spiegava Gian Luca Vignale , assessore regionale e vice presidente del Cda: una scadenza che, se rispettata, potrà effettivamente accendere la speranza di riavere il Filadelfia per la fatidica data.
Foto: Il rendering del progetto preliminare che ha ottenuto il via libera dal Cda della Fondazione Filadelfia
Ecco come sarà strutturata la parte sportiva dell’impianto, con il campo principale e quello secondario
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IL GIORNALE DEL PIEMONTE 
LO STADIO FILADELFIA, UNA PRIORITA' DA 18 ANNI
 
 
 

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