venerdì 30 marzo 2012

30/03/12 - L’appello dei tifosi «Il Filadelfia in 2 anni»

E un politico chiede di istituire la “giornata Grande Torino”

STEFANO LANZO
TORINO. Il contesto era già di per sé significativo ed evocativo: la Bocciofila Gabetto di via Montevideo, che è un piccolo museo del Filadelfia, con alcune “reliquie” che meritano di essere ammirate. Il contesto, dunque, era quello giusto: prima fonte di ispirazione. La cornice di pubblico era anch’essa importante: un centinaio di persone, tifosi granata di media e vecchia data, con desiderio di sapere e di trasmettere input precisi riguardo un argomento che sta particolarmente a cuore al popolo del Torino. Il nodo per eccellenza: la rinascita del Filadelfia, drammaticamente e improvvidamente raso al suolo nel luglio del 1997 e da allora trasformato in discarica a cielo aperto. Soltanto i tifosi hanno sempre lottato per riavere la propria casa: ed è normale che siano proprio loro a suonare la carica, adesso che sembra arrivato il momento opportuno per, finalmente, convertire le chiacchiere in qualcosa di concreto. Ora o mai più, con la Fondazione Filadelfia che continua il proprio percorso che deve portare alla conclusione agognata da tutti: «Rivogliamo il Filadelfia in piedi, entro due anni. Con la possibilità di celebrare i 65 anni dalla tragedia di Superga, il 4 maggio del 2014, al Fila, a casa nostra».
CDA IL 10 APRILE Domenico Beccaria e Marco Montiglio , che rappresentano i tifosi all’interno proprio del CdA della Fondazione, sono stati travolti di domande mercoledì sera, in occasione di questo incontro pubblico: le principali vertevano chiaramente sulle tempistiche della costruzione del centro sportivo (per gli allenamenti della prima squadra e le partite del settore giovanile) e in particolare sulle risorse economiche sulle quali poggiare le basi della rinascita. Beccaria ha riassunto così la discussione: «E’ stato un confronto prezioso, perché abbiamo ulteriormente compreso, se ce ne fosse bisogno, quanto sia importante il Filadelfia per la gente del Toro. Noi cerchiamo di essere ottimisti e riguardo ai tempi di realizzazione abbiamo sottolineato quanto sia fondamentale fare le cose per bene, nell’iter della Fondazione. I passaggi necessari devono essere effettuati con attenzione, altrimenti c’è sempre il rischio, in un concorso pubblico, che qualcuno presenti ricorso, il che porterebbe ad altri ritardi che sono assolutamente da scongiurare. Dunque è compito della Fondazione andare avanti con cura e prudenza, senza però rallentamenti ingiustificati. Il 10 di aprile ci sarà un nuovo CdA della Fondazione Filadelfia e speriamo in quella occasione di avere la documentazione necessaria per nominare la commissione che giudicherà i progetti preliminari del concorso di idee».
LA PROPOSTA Intanto la Lega Nord, nella persona del capogruppo torinese Ricca , ha presentato in Comune una mozione per istituire “La Giornata del Grande Torino”. Iniziativa lodevole, purché non abbia secondi fini.
Foto: Il Filadelfia, demolito e lasciato all’abbandono, nonostante si tratti di un’area di proprietà del Comune: soltanto i tifosi ne hanno cura e si battono da anni per la sua riqualificazione e ricostruzione

30-03-2012 LA STAMPA Cronaca di Torino - Pag.71

ARRIVA IL PRIMO MILIONE SULLA STRADA DEL FILA

Finanziamenti per la Fondazione da Comune, Regione e Toro.



http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?numart=1CXFJL&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0

29/03/12 - Trasmissione ToroAmoreMio - Stadio Filadelfia

Resoconto riunione di ieri sera alla bocciofila Gabetto...  + Filmato sul FILA di Fabio Milano


giovedì 29 marzo 2012

Come era...







Dal forum ForzaToro - http://www.forzatoro.net/forum/index.php?/topic/19132-foto-filadelfia-prima-della-distruzione/page__view__findpost__p__2059877

" Una delle tante volte che avevo tagliato da scuola per andare a vedere l'allenamento, mi ero portato anche la macchina fotografica : "  ( cit. xform )

29/03/12 - Beccaria: ''Abbiamo i soldi dei mattoni del Fila''

Fondazione Filadelfia, Beccaria: "A breve già i primi 900mila di Torino, Comune e Regione"

Nella bocciofila Gabetto, appena una parallela oltre la più triste speculazione edilizia tentata ai danni della memoria granata, si è tenuto ieri sera un incontro di aggiornamento dei lavori della Fondazione stadio Filadelfia: un chiaro segnale, lanciato a tutti i tifosi, di voler essere trasparenti con tutto l'ambiente sul delicatissimo argomento della ricostruzione di quello stadio che fu teatro delle imprese del Grande Torino.

Col giornalista Fabrizio Turco nel ruolo di moderatore dell'incontro ha preso la parola per primo Domenico Beccaria, presidente dell'associazione Memoria Storica Granata nonchè del consiglio di amministrazione della Fondazione stadio Filadelfia: ''Il 19 marzo è stato confermato il CDA uscente della fondazione, lo stesso che era stato nominato un anno fa quando è stata costituita con l'eccezione di Giuseppe Sbriglio in rappresentanza del Comune - dimessosi durante le elezioni cittadine e sostituito da Chiabrera, presidente della Turin Marathon, ndr - I primi passi che sono stati effettuati sono il recupero dei soldi spesi dai tifosi per l'acquisto dei mattoni del Fila ed il concorso di idee per la progettazione dello stadio: alla scadenza sono pervenuti 34 progetti più altri 7 oltre la scadenza, che verranno esaminato soltanto a concorso chiuso. Abbiamo già fatto partire le lettere di invito per gli ordini professionali di ingegneri ed archietti, come previsto dalla legge, per comporre le commissioni di valutazioni che andranno a valutare i progetti: tutto il processo, ci auguriamo, dovrebbe essere pronto entro il 4 aprile in modo che il 10 aprile il CDA possa già scegliere le commissioni e dare il via ai lavori di selezione dei progetti''.

I numerosi tifosi presenti hanno alternato interventi a domande incalzanti sui progetti, le tempistiche e soprattutto budget necessari e disponibili: a queste domande è quindi intervenuto anche Durando, presidente del collegio dei revisori dei conti della Fondazione stadio Filadelfia: ''Il Comune ha concesso alla fondazione il diritto di superificie del Fila per 99 anni al valore commerciale di circa 1,7 milioni, senza ipoteche. Attualmente il patrimonio totale della Fondazione stadio Filadelfia ammonta a 20.250 €, ovvero le quote dei soci fondatori messe per costituire il capitale iniziale, tra i quali ci sono anche i 2.500 € messi dal Torino Football Club, in più la Regione Piemonte ne ha messi altrettanti e dal liquidatore fallimentare della vecchia Fondazione campo Filadelfia - quella di Novelli, ndr - arriveranno i circa 170mila euro spesi dai tifosi per riacquistare i mattoni, anche se la cifra sarebbe dovuta essere decisamente superiore".

Il discorso, prima di concludersi sulla toponomastica della città - con lo spostamento di piazza Grande Torino davanti allo stadio Olimpico - e dello stadio - col consigliere comunale Bertola invitato ad affrettare i tempi per l'intolazione dello stadio a Valentino Mazzola e compagni piuttosto che ad uno sponsor - è poi tornato sul costo dell'opera e sulle promesse di impegno dei vari enti: ''Al prossimo consiglio di amministrazione - ha ripreso Beccaria - il Comune, la Regione ed il Torino, su proposta dello stesso Chiabrera, dovrebbero versare 300mila euro a testa per iniziare a mettere in cassa un primo fondo da destinare all'apertura delle varie pratiche ed all'ottenimento dei permessi: sul resto degli accordi, invece, non è cambiato nulla col Comune che ha promesso 3,5 milioni di euro, ovvero la cifra che ottenne grazie allo scambio di terreni Cimminelli per la costruzione della Bennet, il Torino per ammissione di Cairo metterà quanto la Città e la Regione 3 milioni con la rassicurazione di far contribuire con 2 milioni cadauno anche le due fondazioni bancarie cittadine, che in queste settimane hanno stanziato circa 40 milioni di euro per le OGR".

L'intenzione di fare sul serio, quindi, sembra veramente che ci sia: l'appuntamento con il prossimo aggiornamento, però, dev'essere al 12 aprile - data del prossimo CDA della Fondazione - quando veramente gli enti saranno chiamati a tirare giù le carte in tavola e mostrare se sono realmente interessati alla ricostruzione del Filadelfia.

http://www.toronews.net/?action=article&ID=26998 

mercoledì 28 marzo 2012

28/03/12 - Questa sera dibattito con i tifosi sul Fila

TORINO. Appuntamento... caldo per il Filadelfia, questa sera a Torino. In programma è un dibattito sui destini della gloriosa area e sull’attività della nuova Fondazione che porta il nome dello storico campo e che è deputata a favorire e gestire la rinascita dell’area: attraverso la realizzazione di un centro sportivo per la prima squadra granata e le partite della Primavera. Il dibattito sul Fila prenderà il via alle 21 di stasera nei locali della bocciofila Gabetto di via Montevideo 41 ed è stato organizzato da un’apprezzata associazione culturale del quartiere, “Philadelphia”, ovviamente interessata alla rinascita del quadrilatero. A discutere del Filadelfia, dei passi in avanti compiuti dalla Fondazione in questi ultimi tempi ma soprattutto dei problemi ancora da superare saranno Domenico Beccaria e Marco Montiglio, ovvero i due rappresentanti delle associazioni dei tifosi membri del CdA della Fondazione Filadelfia. La carne al fuoco è molta, tra speranze e soliti ritardi: per questo prevedere discussioni anche bollenti non è azzardato. Uno dei temi di più stretta attualità è per esempio la nomina della commissione giudicante che dovrà esaminare i progetti preliminari partecipanti al concorso di idee per il Filadelfia: commissione che alla fine stenderà una classifica per l’indicazione delle migliori tre proposte giunte in questi mesi.
M.BON.
Foto: Uno dei meeting organizzati in passato al Filadelfia (LaPresse)

domenica 25 marzo 2012

25/03/12 - "Filadelfia, è ora di agire". Incontro con i cittadini (il 28 Marzo)


L’Associazione Culturale Philadelphia organizza un incontro il 28 marzo prossimo alle ore 21, presso la bocciofila Gabetto sita in via Montevideo 41 a Torino, aggiornare tifosi e cittadini sull’attuale situazione dello stadio Filadelfia.

“Filadelfia, è ora di agire” è il titolo dell’incontro che sarà moderato dal giornalista Fabrizio Turco. I rappresentanti dei tifosi nel consiglio d’amministrazione della Fondazione stadio Filadelfia, Domenico Beccaria e Marco Montiglio, informeranno i cittadini sulla situazione attuale del Fila e sulle prospettive future.

http://www.torinogranata.it/?action=read&idnotizia=27696

24/03/12 - ''Cairo non vorrà perdere l'occasione di entrare nella Storia..''

Replica: Dalla parte del Toro - 24 marzo

http://www.toronews.net/?action=multimedia&ID=1558


Il CCTC a DPDT: "Filadelfia, i tifosi ci hanno messo la faccia, ora tocca ai politici farlo"

Presidente e vicepresidente del Centro Coordinamento Toro Clubs, Marco Montiglio e Beatrice Pecchenino, oggi sono intervenuti insieme a “Dalla Parte del Toro A.M.” per parlare dello Stadio Filadelfia; il CCTC é infatti parte importante della Fondazione che si sta occupando della futura ricostruzione dello stadio stesso.

Introduce Beatrice: “Ottenuto di avere un bando concorso, sono arrivati diversi progetti e adesso bisogna determinare la Commissione giudicante per poi proseguire”; Marco: “Un legame forte che ci lega alla nostra casa, dove ha giocato una squadra conosciuta in tutto il mondo. Stiamo cercando di dare una dignità e un senso di appartenenza, cosa che nel calcio italiano si perde sempre più”.

Prosegue ancora Montiglio: “Noi abbiamo la fortuna di avere una squadra che è una leggenda.
Il bando è stato una battaglia, ispirata ai sentimenti e ai valori di questa squadra. Purtroppo da un lato noi tifosi abbiamo un valore che è quello dei sentimenti, mentre spesso ti devi esprimere con persone che non la vedono come te, anche se sono tifosi del Toro. Vorrei ringraziare Sbriglio, da lui è partito l'imput per togliere le ipoteche. Cosa per la quale si sono persi veramente tanti anni. Questo CdA è improntato sulla chiarezza, ci è voluto più tempo ma siamo sulla buona strada. Noi tifosi abbiamo messo la faccia, ora tocca ai politici farlo. Intanto è già un bel passo avere ottenuto il Fila per 100 anni”. Il Torino FC interviene fattivamente? “Il Torino calcio è uno dei traini di questo CdA. Ferrauto rappresenta degnamente i nostri progetti, ma anche gli altri membri, di Regione e Comune, stanno cercando di ottenere questo”.

La spiegazione dello stato dell'arte prosegue poi con Beatrice Pecchenino: “Il CdA nominerà i tecnici. Sono arrivati in forma anonima tanti progetti, chiusi in cassaforte. Questa giuria esaminerà tutti i progetti e poi farà una graduatoria dei tre migliori. Noi tifosi vorremmo poi organizzare una mostra per far sì che tutti i progetti vengano visti.
I criteri? Sono definiti dallo Statuto. Dovranno avere riferimenti al vecchio stadio, ma dovrà essere uno stadio di allenamento di una squadra di questa epoca, con le relative tecnologie”.

Domanda stringente: i soldi...ci sono oppure no? Sono sufficienti? "Tre o quattro milioni da Regione e Comune", risponde il presidente del CCTC, "idem dalle fondazioni bancarie -che però non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscere- e idem dal Torino, secondo quanto Cairo ha sempre promesso. Ora, chi non darà seguito alle proprie promesse ci rimetterà la faccia; qualcuno rischierà di bruciarsi, prossimamente ci saranno le elezioni, ma io personalmente sono ottimista. Il problema dei soldi non penso ci sarà, la faccia se la giocano pesantemente i singoli partiti politici". Lo stesso Montiglio ricorda ancora come "un'occasione per rimanere nella storia come questa, dove il capitale da mettere é minimo e i passi pesanti li fanno i tifosi, sarebbe folle da perdere per un presidente come Cairo".

L'ultimo messaggio del presidente é questo: "Ora la squadra va bene, siamo primi, ma ricordiamo che i presidenti e i giocatori se ne vanno, ma i tifosi restano: non sputiamo nel piatto dove mangiamo". Il vicepresidente: "Quest'anno possiamo ringraziare mister Ventura, la vera forza. Personalmente veniamo da talmente tante delusioni che non mi basta essere al momento primi per tornare a sorridere davvero. Questi ultimi risultati sono da coperta corta: gli uomini che hanno tenuto su la squadra sono stanchi, devono rifiatare, ma mancano i ricambi. Pressioni? Siamo una piazza importante e delusissima: possiamo avere anche delle richieste, io credo, perché andare allo stadio dovrebbe essere un divertimento".

La conclusione di trasmissione é vissuta dai due ospiti non in veste di membri della Fondazione, ma nel loro ruolo presso il Coordinamento: "Sono circa 200 club quelli iscritti, da tutto il mondo, non tutti quelli esistenti lo sono, ma anzi partecipa molta gente che non necessariamente é iscritta ad un club. Ringraziamo quei club lontani, specie del Meridione, vero collante per tutt'Italia. Persone che devono ringraziare i loro nonni per la fede che hanno...".

giovedì 22 marzo 2012

21/03/12 - Resoconto riunioni CDF e CDA Fondazione Stadio Filadelfia

I TIFOSI DEL TORO PER LA FONDAZIONE STADIO FILADELFIA

21-03-2012
Il 19 marzo 2012, si è riunito il Collegio dei Fondatori della Fondazione Stadio Filadelfia per la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
Nel corso dell'incontro si è giunti alla riconferma di tutti i membri del CdA uscente, in dettaglio i membri del CdA sono i seguenti:
Luigi Chiabrera - in rappresentanza del Comune di Torino
Gianluca Vignale - in rappresentanza della Regione Piemonte
Giuseppe Ferrauto - in rappresentanza del Torino Fc
Marco Montiglio e Domenico Beccaria - in rappresentanza delle Associazioni dei tifosi.

Il Collegio dei Fondatori della Fondazione ha inoltre proceduto a nominare il Presidente ed il Vicepresidente del CdA.
Anche in questo caso sono stati confermati nelle loro cariche Luigi Chiabrera come Presidente e Gianluca Vignale come Vicepresidente.

Inoltre, il Collegio dei Fondatori della Fondazione ha nominato il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti.
Nel collegio è stata confermata la presenza di Carlo Durando, proposto dalle Associazioni dei tifosi e sono stati nominati Massimo Boidi e Renato Stradella, proposti congiuntamente dal Comune di Torino e Regione Piemonte.

Al termine dell'incontro del Collegio dei Fondatori si è riunito il nuovo CdA.

Nel corso dell'incontro è stato deliberato, in adempimento agli obblighi di legge, di richiedere agli organi preposti degli elenchi di nominativi tra i quali il CdA potrà procedere alla scelta dei Commissari che dovranno giudicare le idee progettuali presentate a seguito del Bando di Concorso di Idee indetto nello scorso ottobre dalla Fondazione.
Nel corso del prossimo incontro del CdA si potrà procedere con gli adempimenti relativi alla nomina della Commissione Giudicatrice.

http://www.fondazionestadiofiladelfia.org/home.html

21/03/12 - L'ultimo intoppo nel piano Filadelfia

Da tutta Europa 34 progetti per la ricostruzione. Ma mancano gli esperti che devono giudicarli.
Fondazione divisa sull'ingresso di Zaccarelli nel Cda
GIANLUCA ODDENINO

TORINO
La corsa per tornare in serie A è il primo obiettivo per il Toro e i suoi tifosi, ma c’è un altro fronte che scalda il mondo granata: la ricostruzione del Filadelfia. Una storia infinita di promesse ed omissioni, se non di orrori (come l’abbattimento dello stadio del Grande Torino nell’estate 1997), che ora potrebbe concludersi con il piano che metterebbe tutti d’accordo: veder rinascere quel campo dopo oltre cinquemila giorni di vuoto e farci allenare sopra il Toro. I buoni propositi non mancano, al punto che per uno specifico concorso di idee sono arrivati 34 progetti da tutta Europa, ma dietro al Fila manca sempre l’accelerazione giusta per concretizzare le proposte.

L’ultimo intoppo è figlio della burocrazia e del solito gioco al “rallenty” delle istituzioni impegnate in nomine politiche. Il bando del concorso di idee è scaduto il 10 febbraio scorso, ma la tempistica prevista (due mesi per decretare il vincitore) è destinata ad aumentare. Per poter eleggere gli esperti (ingegneri e architetti) che faranno parte della commissione giudicatrice, infatti, serviranno altri venti giorni e la data del 10 aprile potrebbe slittare al più evocativo 4 maggio. Colpa di una Fondazione Filadelfia (dove siedono Comune di Torino, Regione Piemonte, Torino Fc e associazioni dei tifosi granata) che solo nei giorni scorsi ha ottenuto la sua legittimità: era in esercizio provvisorio dal luglio 2011 e lunedì è stata varata definitiva. Con gli stessi consiglieri d’amministrazione, per altro, dopo una seduta tesa dove non sono mancate polemiche e colpi di scena. Come quello dell’ammutinamento momentaneo dei tifosi contro il presidente Chiabrera e la mancata elezione nel CdA di Renato Zaccarelli. Gli ex calciatori granata hanno giocato la carta a sorpresa, proponendo senza preavviso un candidato bandiera per sparigliare i giochi, ma alla conta dei voti Zac è stato respinto.

http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quitoro/articolo/lstp/447223/

giovedì 15 marzo 2012

Come era... come è



Grazie di cuore a Giovanni B. per queste foto... semplicemente splendide! :-D

Da notare il bimbo che mantiene la stessa posizione di Piero Bersia che è al suo fianco, mentre guarda il più grande  per imparare a calciare il pallone... chissà chi saranno i 2 fratelli ?!?
Un aiutino... il biondino si chiama Ferruccio ( " parola di Sauro Tomà " ;-) , mentre l'altro è l'indimenticabile Capitan Valentino Mazzola!

mercoledì 14 marzo 2012

03/03/12 - Tutti al Filadelfia! - Inverno 1949

Inverno 1949: da Borgo Vittoria allo Stadio

di Walter Panero
Torino. Stadio Filadelfia. Inverno 1949.
“Forza Valentinoooo.....vai Eziooooooo!....”
Se mia madre sapesse che mi trovo qui, mi rifilerebbe tante di quelle botte che me le ricorderei non so per quanto tempo. Inoltre addio uscite di casa per andare a giocare a pallone nei prati o all'Oratorio del Cafasso. E lo stesso accadrebbe agli altri ragazzi che si trovano qui, con me, ad inneggiare ai nostri giocatori.
I nostri genitori credono che ci troviamo ancora a scuola, perché ci siamo inventati una lezione straordinaria al pomeriggio. Sì....sì...di pallone, però....perché noi, appena è suonata la campanella della fine delle lezioni, siamo scappati via di corsa con le nostre cartelle a tracolla: non c'era mica tanto tempo per venire fin qui, dato che abitiamo dall'altra parte della città.
Poco tempo e ancora meno soldi. Anzi di soldi proprio manco l'ombra. Però oggi giocava il Toro, e non potevamo certo lasciar stare! Perdersi una partita del Toro, di questo Toro, sarebbe un vero e proprio delitto. Probabilmente esagero, ma io la penso così, forse perché ho solo dieci anni. Mia madre e mia nonna dicono che sono matto, e che di sicuro un giorno la smetterò di farne di tutti i colori per vedere “undici uomini in mutande che corrono dietro ad un pallone”. Sarà. Magari hanno ragione loro. Magari un giorno cambierò sul serio. Ma per adesso è così. Ed essere qui ora è una delle cose più importanti e più belle per me. Per me e per tutti quelli della mia generazione. Quella generazione che è nata negli anni della guerra, o subito prima, e che i bombardamenti ed i Tedeschi, che se ne stavano appostati tra le nostre case, se li ricorda eccome!
Ma ora la guerra è finita da qualche anno. E noi siamo liberi. Liberi di uscire da scuola e di salire sul primo tram numero 9 che, dalle case popolari di Borgo Vittoria tra Via Sospello e Via Chiesa dove abitiamo noi da quando siamo nati, porta a due passi dallo Stadio, dall'altra parte della città. Per prendere il tram servirebbero dei soldi, ma noi, che non abbiamo un centesimo in tasca, sappiamo bene come si fa. Lo abbiamo visto fare tante volte dai ragazzi più grandi e ormai lo abbiamo imparato a nostra volta: basta aspettare che il tram, dopo essersi fermato per raccogliere il suo carico di passeggeri – molti dei quali vanno nello stesso posto in cui andiamo noi – riparta lentamente verso la fermata successiva; a quel punto bisogna salire senza farsi vedere sulla barra che sta dietro il mezzo e che a volte serve per collegare altri vagoni del tram. Si sta in piedi per più di mezzora su una barra di metallo che sarà lunga più o meno mezzo metro: non sarà certo come viaggiare in prima classe, ma per il nostro Toro si fa questo ed altro! Ad ogni fermata, poi, bisogna fare attenzione a nascondersi, per non farsi vedere dal bigliettaio o dall'autista: se ci vedessero ci farebbero scendere subito e ci correrebbero dietro con l'asta di ferro che serve per azionare gli scambi delle rotaie. Così ci toccherebbe aspettare un altro mezzo, e rischieremmo di perderci l’inizio della partita.
Ma ormai siamo sufficientemente furbi da non farci vedere, se non dagli altri passeggeri che, anche se ci notano, chiudono un occhio e non fanno la spia. In fondo sono stati giovani squattrinati anche loro; e poi siamo tutti del Toro e loro la spia la farebbero soltanto se al nostro posto ci fossero degli juventini. Ma qui di bianconero non ce n’è manco uno. Per fortuna.
Una volta giunti nei pressi dello stadio, inizia la parte più difficile, ma anche la più divertente: cercare di superare i controlli di quelli che strappano i biglietti davanti all'entrata. Anche qui la tecnica ce l'hanno insegnata i ragazzi più grandi: uno di noi si avvicina all'ingresso, va da quello che strappa i biglietti e cerca di distrarlo con mille tecniche diverse, mentre gli altri si infilano da dietro senza farsi vedere. Quando lui se ne accorge, è troppo tardi perché un alcuni di noi sono già dentro e, se lui ci inseguisse, decine di altri ragazzi come noi entrerebbero a loro volta nello stadio.
“Sevì mach 'd bandì! Se 'v ciapu 'vna dagu tante...”(1) urla quello che strappa i biglietti. Ma può dire quello che vuole. Tanto noi ormai siamo dentro e possiamo andare a piazzarci là, dietro il portiere della squadra avversaria. Facciamo sempre così perché ci piace stare là dietro e urlargli delle frasi che lo offendano, lo facciano arrabbiare, e lo distraggano. Poi, quando finisce il primo tempo, ci spostiamo dalla parte opposta dello stadio, nell'altra gradinata. E facciamo lo stesso. Lo abbiamo fatto per tante e tante volte, e forse distrarre i portieri avversari serve davvero, visto che in questi anni li abbiamo visti bucare decine di volte. Abbiamo battuto per 6 a 0 il Genoa, per 5 a 0 l'Andrea Doria, per 4 a 0 il Bologna, per 7 a 2 (e anche per 5 a 0) la Fiorentina, per 5 a 1 la Lazio e il Bari, per 4 a 0 la Roma, per 5 a 0 l'Inter, per 6 a 2 il Milan, per 6 a 0 il Vicenza e la Triestina, per 7 a 1 la Salernitana, per 10 a 0 l'Alessandria.
Mamma mia! Mi vengono i brividi a ricordare tutte queste partite!
Così come mi vengono i brividi ogni volta che entro in questo stadio. Gli stessi brividi che provai qualche anno fa quando ci misi piede per la prima volta, tenendo stretta con una mano la mia bandierina granata e con l'altra la mano della buon'anima di mio padre.
Quest'anno, almeno fino ad adesso, grosse goleade non ne abbiamo fatte e il risultato più rotondo è stato un 4 a 2 all'Inter nel mese di dicembre. Naturalmente, noi speriamo che oggi sia il giorno buono per vedere tanti gol, visto che giochiamo con la Sampdoria che è una squadra con poca esperienza, anche se è allenata da Baloncieri che, mi hanno raccontato i “vecchi”, era un vero fenomeno quando giocava nel nostro Toro ai tempi del primo scudetto di una ventina d'anni fa.
Noi faremo del nostro meglio per distrarre il portiere che si chiama Bonetti. Noi faremo del nostro meglio per sostenere i nostri. Come sempre, d’altronde.
“Forza Valentinoooo.....vai Eziooooooo!....”
E la partita può cominciare. Ancora una volta. E ancora una volta noi siamo qui. Alla faccia di tutto e tutti a respirare l'odore dello stadio.
Fa un freddo cane e il terreno è talmente ghiacciato che hanno dovuto coprirlo di segatura per permettere ai giocatori delle due squadre di stare in piedi e di giocare. D'altra parte, anche se il campo è pesante, la partita di oggi doveva assolutamente essere disputata, visto che era già in programma all'inizio di gennaio ed era stata rinviata per neve. La Sampdoria è salita apposta da Genova per giocare. E Genova non è lontanissima, ma neanche vicinissima. E se li hanno fatti venire fino qui, per giunta in un giornata lavorativa visto che oggi è giovedì, vuol dire che si deve giocare per forza. Anche se in campo non stanno in piedi. Anche se qui sugli spalti fa talmente freddo che sentiamo le mani e le punte dei piedi che si congelano. E l'unico modo per scaldarsi è quello di saltellare, visto che a noi non è permesso tracannare qualche sorsata dalla fiaschetta di grappa come fanno quelli più grandi. Mio padre diceva che quello è il modo migliore per scaldarsi quando si gela, e lo facevano anche sul fronte in tempo di guerra. Ma è inutile: io ed i miei soci di grappa o di altri liquori non ne abbiamo, e se mi azzardo a chiederne un po' a uno di quelli che mi stanno intorno, mi manda a quel paese dicendo: “Ma va là....t'ses mach 'n bocia (2)....quando sarai grande allora....”. Già. Quando sarò grande. Quando saremo grandi. Ma chissà se quando saremo grandi ci saranno ancora Loik e Mazzola, Gabetto e Maroso che conosco perché è del Borgo, Riga e Castigliano? Chissà....Per adesso è meglio non pensarci e concentrarsi sulla partita, visto che le squadre stanno entrando in campo.
“Forza Valentinoooo.....vai Eziooooooo!....grande Virgilioooo!....Forza Toroooooooo!”
All’inizio è molto dura, come il campo che quest’oggi appare davvero impossibile. I nostri sembrano un po’ imballati e questi Genovesi si battono con molto coraggio impegnando anche il nostro portierone che forse, essendo di origine savonese, sente particolarmente la sfida di oggi.
Ma al quattordicesimo, l’urlo del Filadelfia finalmente si fa sentire ed echeggia tra le case dei dintorni, da dove la gente si è affacciata dai balconi per seguire quello che può della partita. Gabetto tocca per Menti che la mette al centro dell’area, palla a Mazzola, tiro che si infila alla destra di Bonetti. 1 a 0 per noi e palla al centro. 1 a 0 per noi e tutti pensiamo che si stia per profilare l’ennesima goleada.
E invece no! Dopo che Bongiorni ha quasi sfiorato il raddoppio, la squadra genovese pareggia con un tiro di Lucentini che sfrutta un’incertezza di Bacigalupo. Tutti zitti, per un attimo. Si sente soltanto una combriccola di tifosi venuti apposta da Genova che festeggiano, gridando come matti, il gol della loro squadra. In fondo hanno ragione: non è mica da tutti riuscire a recuperare un gol quando ti trovi sotto in quella che è da sempre la nostra tana. Proprio per niente.
La partita ricomincia ed il Toro sembra in difficoltà. Noi cerchiamo di applaudire e sostenere i ragazzi per far sì che si riprendano, e forse ci riusciamo davvero perché, dopo pochi minuti, Maroso e Gabetto si scambiano più volte la palla tra di loro, l’attaccante va sul fondo e la mette al centro bella alta e tesa. Arriva Loik da dietro ed Ezio la piazza in rete. 2 a 1 per noi!
Finisce il primo tempo e noi cambiamo porta, inseguendo come un’ombra il povero Bonetti che ormai deve essersi abituato a sentirci. Tra l’altro, la gente dietro la sua porta è aumentata, visto che in genere nel secondo tempo aprono i cancelli e fanno entrare gratis i ritardatari e quelli che non hanno il biglietto. Ma nella ripresa, in pratica non succede nulla. La Sampdoria sembra non avere più la forza per raddrizzare la partita e il Toro, pur avendo qualche buona occasione per allungare le distanze, si limita fondamentalmente a difendersi forse pensando alla prossima partita col Livorno che si disputerà proprio qui domenica, ovvero tra pochissimi giorni.
Un po’ delusi e molto infreddoliti, nonostante avessimo addosso le mutande di lana che ci aveva regalato la nonna e ben due paia di calze, ce ne torniamo verso il Borgo, verso casa, prendendoci il 9 con lo stesso sistema che avevamo usato all’andata. Purtroppo, un gruppo di ragazzi juventini che abitano vicino a noi (che ci piaccia o no, in questa città ci sono anche loro) ci vedono, ci riconoscono, e fanno la spia al controllore che ci costringe a scendere.
Maledetti! Ce l'hanno con noi perché sono invidiosi, visto che siamo in testa alla classifica e vinciamo campionati e derby in serie, mentre loro non battono chiodo da un sacco di tempo. E chissà per quanti anni ancora!
Pazienza. Tanto siamo già all’altezza di Stazione Dora, dove c’è il Lutrario, e da lì ce la possiamo fare benissimo anche a piedi. Anzi! Di corsa! Così ci riscaldiamo un po’ i piedi che sono ancora mezzi congelati.
“Alora? L’è costa l’ora da arivè?” (3) mi dirà come sempre mia madre quando tornerò a casa.
Io, come al solito, farò spallucce ed abbasserò lo sguardo.
“Andoa t’ses andait?” ( 4) mi urlerà. Ed io non risponderò facendola arrabbiare ancora di più.
“Lo sai mi andoa! A gioeghe al fotbal ‘d sicur! O a vedde lor là ‘n brajette ca coro darera a na bala…” (5)
E così via. Per tutta la sera. Fino a quando non si starà stufata e ce ne andremo a dormire, perché domani io vado a scuola e lei lavora.
Ma domani, per fortuna, è già venerdì. Due giorni di scuola e poi….
...E poi domenica ci incontreremo ancora una volta vicino all’Oratorio. I nostri genitori penseranno che noi siamo lì a giocare a pallone.
E invece no! Noi saliremo nuovamente sul 9 senza farci vedere. Poi entreremo di nascosto allo stadio senza biglietto. E di nuovo dietro alla rete a prendercela con un altro portiere avversario.
Finché ci sarà il Toro, finché ci sarà questo Toro, noi saremo lì! Dentro lo stadio. Dietro la porta. Perché nella vita non c'è niente di più bello che rimanere lì appostati.
Perché nella vita non c’è niente di più bello che vedere da vicino Gabetto che dribbla, Loik che tira, Baci che para, Mazzola che si rimbocca le maniche e dà ordini ai compagni.
Perché nella vita non c’è niente di più bello che veder giocare e vincere il nostro Toro.
Perché nella vita non c'è niente di più bello che essere del Toro.
(1) “Siete solo dei banditi! Se vi prendo ve ne rifilo tante…”
(2) “Ma va là...sei solo un ragazzino...”
(3) “Allora? E’ questa l’ora di arrivare?”
(4) “Dove sei andato?”
(5) “Lo so io dove! Di sicuro a giocare a pallone. O a vedere quelli là in mutande che corrono dietro a una palla.
La stesura di questo racconto è stata possibile solo grazie alla fondamentale consulenza di Mario. Lo ringrazio per questo e anche per avermi permesso, tanti anni fa, di vedere molte partite del Toro che, senza la sua presenza, sarei stato costretto ad ascoltarmi da casa con l'orecchio appiccicato alla radiolina.
Giovedì 27 gennaio 1949
Torino, Stadio Filadelfia
TORINO - SAMPDORIA 2-1 (2-1)
Torino: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Castigliano, Rigamonti, Martelli, Menti, Loich, Bongiorni, Mazzola, Gabetto. All.: Lievesley.
Sampdoria: Bonetti, Ballico, La Penna, Coscia, Bertani, Gramaglia, Lucentini, Bassetto, Baldini, Gei, Rebuzzi II. All.: Baloncieri.
Arbitro: Bellé di Venezia.
Reti: Mazzola 14' (T), Lucentini 21' (S), Loik 35' (T)
Note: Recupero della partita rinviata il 02.01.1949

venerdì 9 marzo 2012

09/03/12 - Mauro Berruto: «Il Fila è il nostro scudetto»

Il CT del volley, tifoso granata
BERRUTO «A Cairo non chiediamo la Champions, ma una casa vera e la dignità»
Per essere felici abbiamo bisogno di una svolta non effimera: ritrovare il caro vecchio spirito del Toro significa anche riavere il Filadelfia
Ventura è un “allenattore” come Mourinho, Ogbonna è meglio di Naomi e con Bianchi mi confido spesso. Come con Prandelli e altri ct

PIERO VENERA

MAURO BERRUTO, cosa cercava il ct dell’Italvolley nell’allenamento del Torino, mercoledì mattina?
«Mi piace confrontarmi con realtà che non sono le mie: difatti ho cementato buonissimi rapporti con gli altri allenatori dell’Italia negli sport di squadra. Mi confronto con Prandelli, Pianigiani, Campagna, Cerioni, Barbolini, è nato subito un bel feeling: la curiosità è un valore, a me piace andare più a fondo delle cose».
Conoscere altre persone. Scoprire nuove realtà: qui viene fuori l’uomo, il Berruto laureato in filosofia e di mestiere allenatore. Ma nel Toro, cosa cercava?
«Un’idea, un’intuizione anche solo guardando un lavoro atletico, ben sapendo che calcio e pallavolo sono due sport diversi. Ma è come leggere un testo in lingua originale: serve un esercizio di traduzione per portarlo alla sua vera realtà».
Conosceva già Ventura?
«Ho letto molto su di lui, di persona mi ha subito confermato le ottime impressioni. Al di là delle indubbie competenze, è un professionista che trasmette grande fiducia; ha un patrimonio di conoscenze e non si accontenta di divulgarle: le trasmette. Non è da tutti, solo quelli bravi ci riescono».
Di cosa avete parlato?
«Della necessità di pensare al futuro. Non ho avuto difficoltà a riconoscere che noi tifosi del Toro siamo gelosi della nostra storia e del nostro passato. E che talvolta ci piace persino un po’ crogiolarci nelle nostre disgrazie. Però la penso proprio come lui: adesso è il momento di costruire il nostro domani».
Talvolta, con i media, Ventura sa essere anche uno spettacolare allenattore ...
«Beh, è una qualità: le leve motivazionali fanno muovere tutto. Mourinho ne ha fatto un asse portante del suo essere allenatore: sia con la stampa, sia con i tifosi, sia con la squadra. Il problema è un altro: di allenattori ce ne sono tanti, poi bisogna distinguere quelli bravi e quelli meno bravi».
Su Twitter lei cinguetta spesso con Bianchi: è il suo beniamino?
«Grazie a Sky ci siamo incontrati ed è nata una bella amicizia. Ho conosciuto un ragazzo intelligente, ci scambiamo idee, opinioni. Nella mia logica di tifoso lo stimo perché lui svolge in modo egregio un ruolo molto importante: quello di essere il capitano del Toro».
Lo vede ancora nel Toro?
«Non credo che la sua vena realizzativa si sia esaurita. Pertanto spero che sia così determinante in questo finale di stagione da ritenere che possa essere decisivo anche in A».
E Ogbonna?
«Mi fa impazzire, ha le qualità tecniche e atletiche del grande giocatore. Adriano Panatta dice che un campione lo riconosci già da come cammina: ebbene, il nostro difensore è un fenomeno, perché Ogbonna è più elegante di Naomi Campbell».
Berruto, Tuttosport le offre la possibilità di recapitare un pensiero, un messaggio, una supplica al presidente Cairo. Corto, ma essenziale.
«Caro presidente, non le chiedo la promozione: la sento nell’aria. Non pretendo di competere con il Milan per lo scudetto, non sogno la Champions League. Noi tifosi per essere felici abbiamo bisogno d’altro. Vorremmo ritrovare la nostra dignità, la vera anima, l’autentico spirito del Toro: non con un lampo, non con una effimera fiammata, ma per sempre. Questa svolta passa da un luogo: il Filadelfia. E’ il Fila il nostro scudetto, la nostra bacheca dei trofei. Purtroppo, e mi costa ammetterlo, bisognerebbe imparare dalla Juve».
La Juve? E che c’entra la Juve col Fila?
«Col Fila nulla, ma con la politica dello stadio di proprietà ha dato una lezione a tutti. La qualità dei luoghi è anche determinante per sviluppare la cultura sportiva. Se entro in uno stadio dove c’è la gabbia per i tifosi, sono autorizzato a fare l’animale. Se entro in un posto bello, ordinato e organizzato, cambia il mio modo di stare in quel luogo. E poi la Juve ne ha tratto anche un beneficio tecnico, oggi gioca davvero in casa: è così nei fatti, non solo per il calendario calcistico».
Al Fila il Toro potrebbe solo allenarsi. Va detto, anche se è un’ovvietà.
«Giusta considerazione. Però il Fila è la nostra casa, e pure se è diroccata resta un bene prezioso; per noi ha un valore sacro, è la nostra chiesa. E’ l’unico luogo dove potremmo ricostruire la nostra identità, la nostra dignità, quei valori morali molto forti che ci vengono pure riconosciuti dagli altri. E’ l’ora di tornare a casa, non perdiamo questa opportunità».
Lei ha lottato perché Torino tornasse ad avere squadre di A nel basket e nel volley. Ha perso le speranze?
«No, anche perché con la pallavolo ora c’è la serie A femminile e con la pallacanestro maschile si sta tornando a riempire il Ruffini. Il mio ragionamento è più articolato. Torino, per la sua storia, per il suo privilegio d’essere una delle pochissime città olimpiche del mondo, dovrebbe gestire il patrimonio sportivo così come si occupa delle risorse artistiche e culturali. L’eccellenza nello sport dovrebbe essere un orgoglio della Città almeno quanto il Teatro Regio, il Museo Egizio, la Biblioteca Civica. Anche per questo sostengo Torino capitale dello sport nel 2015».
Berruto, qui si vola troppo in alto. Torniamo alla realtà: più facile la promozione del Toro o la qualificazione dell’Italvolley a Londra?
«Sono estremamente ottimista per entrambi gli obiettivi».
L’Italia sarebbe da medaglia, alle Olimpiadi?
«Per il tipo di squadra che siamo, la difficoltà sta nella qualificazione. Se arriveremo a Londra poi ci divertiremo e faremo divertire».
Cosa succederebbe, nella pallavolo, se si spegnessero le luci di un palazzetto?
«Verrebbero con attenzione valutate le responsabilità oggettive e poi prese le decisioni previste dal regolamento».
Troppo facile. Cosa succederebbe allora nella pallavolo se un leader esprimesse le medesime idee di Buffon dopo Milan-Juve?
«Rispondo con un esempio. Finale olimpica tra Olanda e Italia, siamo al tie-break, il set decisivo per vincere la medaglia d’oro. Held, il centrale olandese, si autoaccusa di aver toccato un pallone e così l’arbitro cambia giudizio e assegna il punto all’Italia. Alla fine l’Olanda vince lo stesso, ma anziché far festa quasi si accende una zuffa in campo, con un compagno pronto a mangiarsi vivo il povero Held...».
Morale?
«E’ una questione strettamente individuale, ognuno si comporta secondo coscienza. Non esistono sport buoni e sport cattivi: il destino è sempre nelle mani degli uomini».

Foto: Mauro Berruto, 42 anni: dal 18 dicembre 2010 è il ct dell’Italvolley (Galbiati) Ciò che resta dello stadio Filadelfia, il teatro del Grande Torino: se non è una discarica a cielo aperto, il merito è soltanto dei tifosi

giovedì 8 marzo 2012

08/03/12 - «Fila, basta melina!»

L’ex assessore pronto a chiedere chiarimenti al sindaco Fassino dopo le polemiche dei tifosi contro Comune e Regione: «Si è già perso tanto tempo. Bisogna correre, invece...»
Interpellanza di Sbriglio: «Troppi ritardi. Il vero problema sono i soldi?»

STEFANO LANZO
TORINO. Il malumore delle associazioni dei tifosi era scoppiato puntuale, dopo i rallentamenti legati al rinnovamento del CdA della Fondazione Filadelfia: su Tuttosport del 3 marzo si era data notizia dello stop deciso dal presidente del CdA Luigi Chiabrera , il quale aveva deciso di annullare la riunione già prevista per lunedì scorso. Annullamento arrivato a fronte del ritardo della Regione nel presentare il nuovo nome da inserire nel Consiglio di Amministrazione: così i tifosi presenti nella Fondazione hanno sbottato, considerando che sul Filadelfia, demolito 15 anni fa, le perdite di tempo sono già state infinite e sconcertanti. Il rallentamento non è passato inosservato nemmeno negli ambienti politici locali, tanto che in Comune verrà presentata nelle prossime ore un’interpellanza mirata, proprio per cercare di fare chiarezza sulla situazione legata al Filadelfia. La sta stendendo Giuseppe Sbriglio , consigliere di maggioranza ed ex assessore allo Sport, oltre che primo presidente del CdA della Fondazione: «Sono molto preoccupato e la mia preoccupazione si unisce a quella delle associazioni dei tifosi granata. Conosco bene la situazione e sinceramente questa melina non può non inquietarmi. La prima riflessione che mi viene in mente è: non è che il problema è legato alla consapevolezza di dover reperire le risorse economiche a suo tempo promesse e messe a bilancio? Considerando le difficoltà che stanno attraversando Comune e Regione non c’è da stare sereni. Se ci sono degli intoppi, ebbene è doveroso che le parti in causa lo riferiscano al pubblico. Altrimenti la Fondazione deve procedere a razzo, non rallentare al primo piccolo intoppo tecnico. C’è qualcosa che non mi torna: si sta nascondendo qualcosa? Se è così, tutti devono sapere cosa sta succedendo. Il senso dell’interpellanza è proprio questo: pretendere trasparenza riguardo l’iter della Fondazione e riguardo la presenza delle risorse economiche necessarie affinché il Filadelfia venga realizzato. Nel 2010-’11 eravamo riusciti, accelerando, a recuperare almeno in parte tutto il tempo buttato via in precedenza: adesso guai a fermarsi o fare passi indietro. Se ogni scusa diventa buona per allungare le tempistiche, allora la situazione diventa allarmante: i tifosi e i cittadini tutti non vanno presi in giro e pretendono giustamente di conoscere la verità».
IL RUOLO DEL TORO
Dunque l’interpellanza comunale andrà a battere sui due aspetti maggiormente delicati: i ritardi e i soldi. Ancora Sbriglio: «Gli annunci fatti nelle settimane precedenti, riguardo alla volontà di mettere la prima pietra al Filadelfia entro la fine del 2013, rischiano di andare a rotoli di questo passo. Inoltre Comune e Regione hanno preso impegni precisi sui soldi da stanziare e dunque non ci possono essere meline: o ci sono o non ci sono. Anche perché di questo passo la fase di stallo rischia di favorire l’immobilismo del Torino Fc: ci fossero subito le risorse e la volontà di accelerare, la società granata non avrebbe scuse per temporeggiare. Così invece non ha problemi a rimanere in un angolo, in attesa degli eventi. In ogni caso quello che mi preme maggiormente sottolineare è la volontà, da parte mia, di non lasciar passare sotto silenzio questa melina sulla Fondazione. Sono passati troppi anni, non possiamo permetterci di perdere nemmeno un minuto». Certamente in questa fase, al di là di interpellanze e dei pubblici sfoghi, la presenza di un club capace con forza e credibilità di chiedere a Comune e Regione di cominciare a correre per il Filadelfia farebbe la differenza, evitando impasse e rallentamenti che fanno parte della politica, nazionale come locale. Per il momento, però, il Torino tace.
Foto: L’area desolata del Filadelfia con i pochi ruderi in piedi: l’impianto fu demolito 15 anni fa ed è ancora in questo stato (Studio 4)

mercoledì 7 marzo 2012

07/03/12 - Antenucci: «Sogno la festa al Filadelfia»

Abbiamo in mano la A, ormai dipende solo da noi: cercheremo di raggiungere la promozione prima possibile, con la ferocia tipica di una grande squadra
Dobbiamo crescere: ogni tanto in partita accusiamo cali di concentrazione. Sono a metà con il Catania, ma voglio restare qui: e non cambierò idea
ANTENUCCI «Se conquistiamo la serie A sarebbe il massimo godersela lì con i tifosi»
MARCO BONETTO

TORINO. «Uno si può chiedere che cosa significhi il Filadelfia per noi che non l’abbiamo visto in piedi e non siamo nemmeno cresciuti a Torino. Nonostante questo, anche per noi è importante. Abbiamo imparato a conoscerne la storia dai tifosi, ci parlano degli allenamenti che si svolgevano al Filadelfia con la gente davvero al fianco. Oppure di quando ci giocava il Grande Torino. Sono loro ad averci insegnato i significati, trasmesso le emozioni. Ecco perché pure noi vogliamo bene al Fila, anche se non ci abbiamo mai messo piede».
Antenucci, un po’ lei ci stupisce.
«Bene: è l’anno delle sorprese».
Nel 2014 il Filadelfia dovrebbe ospitare un nuovo centro per gli allenamenti del Toro. A patto che i politici e Cairo mantengano le promesse, ovviamente.
«Lo so, l’ho letto tante volte. Speriamo. Per la storia del Toro e la felicità dei tifosi sarebbe importante ricostruirlo. E per noi sarebbe bello allenarci lì».
In questi anni i vostri predecessori vi hanno celebrato l’anniversario di Superga o le promozioni in A. Anche Cairo ci ha portato la squadra in passato.
«Allora sarebbe emozionante festeggiare lì anche noi una promozione in mezzo ai tifosi. Godersela al Fila sarebbe il massimo. Però dobbiamo ancora andarci, in A. E non c’è nulla di scontato. L’obiettivo è quello, sappiamo cosa fare, ma per ora è bene tenere i piedi per terra. E pensare a come battere il Verona».

Solo voi potete perdere la A.
«Speriamo di no».
Traduzione: avete la promozione in mano.
«Questo è vero. Abbiamo in mano la A e dipende solo da noi. Ma in fondo è fin dall’estate che dipende solo da noi. Perché toccava a noi uscire dagli incubi dell’anno scorso. Trovare il modo. Andare oltre, dimenticare e far dimenticare. Lo spogliatoio ha un chiodo fisso: conquistare prima possibile la promozione. Con la ferocia tipica di una grande squadra».
Giusto: vietato speculare.
«I distacchi sono minimi. Anche col Verona sarà così. Avremo un obiettivo chiaro: batterli. Non sarà facile, sono una delle sorprese dell’anno col Pescara. Una squadra ben organizzata, pericolosa. Conterà innanzi tutto la personalità. L’atteggiamento con cui li affronteremo. La fame di vittoria di una grande, come dicevo».
Una vittoria potrebbe lanciare la vostra fuga.
«Una partita molto importante. Ma non ancora decisiva».
Ad agosto col mercato aperto vedeva poco il campo. Ma mese dopo mese è diventato un giocatore insostituibile.
«Però non ero preoccupato, non avevo dubbi. Sapevo che sarebbe arrivato il mio momento».
E’ a metà col Catania.
«Ma voglio restare qui, l’ho sempre detto».
Perché in Sicilia ha avuto dei problemi?
«No, assolutamente. Io posso solo ringraziarli, il Catania e i catanesi. Non ho nulla contro di loro. Mi hanno pescato in C e portato in A, conosco la gratitudine. Non è che non mi piaccia l’idea di tornare a Catania. Molto più semplicemente, è perché mi piace troppo restare al Toro. Ma è prematuro. Andiamo in A, ora. E poi sarei contento di restare. Speriamo. Dipenderà anche dalle società».
In ballo c’è pure il rinnovo del contratto oltre la scadenza del 2014.
«Possibile. Ma è un film ancora da girare».
Avete riportato la gente allo stadio: record di spettatori, 100 mila biglietti venduti in 14 partite in casa.
«Noi non prendiamo in giro la gente e la gente risponde. Hanno toccato con mano quanta voglia e determinazione ci stiamo mettendo per portare il Toro dove merita. Per noi i tifosi sono determinanti. Difatti speriamo di vedere l’Olimpico ancor più pieno. Che già è bello ricco».
Il Pescara ha appena vinto nel recupero, vi bracca.
«Dobbiamo continuare a conquistare più punti che si può, non possiamo cambiare testa».
A proposito di punti: basta arrivare a quota 80 o sarebbe meglio 85? Nel Toro c’è chi la pensa diversamente.
«In matematica non sono mai stato forte...».
Bel dribbling.
«Ventura ci spinge ad andare oltre i nostri limiti. Pretende sempre miglioramenti. E’ il sistema giusto per crescere. E per vincere».
Ora cosa sta dicendo?
«Che vorrebbe vedere meno cali di concentrazione. Ogni tanto ci capita e becchiamo un gol. Se togliamo pure questo difettuccio, diventiamo quasi perfetti. Questo è Ventura».
Un grande tecnico per voi.
«Un grande allenatore, un grande spogliatoio. E un grande spirito dentro e attorno a noi. Sullo, Ferri, i vari preparatori, tutti i collaboratori... Anche grazie a loro si può puntare alla A. C’è un gran bel clima, tra noi non ci sono quasi mai stati problemi. Anche tutta questa unità è la nostra forza. E poi ci divertiamo sempre. In allenamento, pure in ritiro. Stiamo bene assieme. Riuscire a divertirci tutti i giorni è la prova che siamo un ottimo gruppo. Ed è la nostra arma in più. Significa tanto, non si vince solo con la preparazione atletica e tattica. Il cuore viene prima di tutto, certe volte».
E’ ispirato. Sono i 7 gol? Nessuno ha segnato quanto lei.
«Spero di farne qualcun altro».
Pure Bianchi.
«Li segnerà. Si è sbloccato a Grosseto, ora è più sereno, è come se fosse un giocatore nuovo. Molto importante per noi».
Un nuovo acquisto. A marzo.
«Sì, ci sta come immagine per Rolando».
Foto: Mirco Antenucci, 27 anni: con Ventura 7 gol in 28 presenze, molte da esterno. Milita nel Toro da gennaio dello scorso anno (Pegaso)

martedì 6 marzo 2012

05/03/12 - ReteSette - Stadio Filadelfia

1^: filmato preparato da Hervè Bricca




2^: by Alessandro Oppi Salvatico
- Storia di tutto quello che è successo al Filadelfia...




3^: + storia del Grande Torino - Gino Strippoli


lunedì 5 marzo 2012

05/03/12 - Sul Filadelfia i tifosi non devono essere ingannati

Rimandata a data da destinarsi la riunione del CdA della Fondazione Stadio Filadelfia. La Regione Piemonte non ha ancora nominato il suo rappresentante. Tifosi granata indignati. Fila abbattuto 5344 giorni fa.

05.03.2012 12:19 di Elena Rossin

“Parole, parole, parole / parole, soltanto parole / parole tra noi” recita il brano composto da Gianni Ferrio, con testo di Leo Chiosso e Giancarlo Del Re, che è stato uno dei successi della discografia di Mina. Cosa centra una canzone con il Filadelfia? Centra, centra, eccome se centra e spiega perfettamente perché dalla fatidica data del 10 aprile 1998, infausto giorno che vide lo stadio del Grande Torino raso al suolo, ad oggi sono passati 5344 giorni senza che si arrivasse all’operatività necessaria e fondamentale per ricostruirle il Fila. La canzone è un dialogo fra due innamorati che parlano del loro rapporto che si trascina ormai vuoto e senza passione, pieno appunto solo di parole e lodi stucchevoli e melense che lui rivolge a lei, ma la donna disillusa e stanca delle chiacchiere vorrebbe un gesto concreto da parte del suo uomo, che invece si limita a contemplarla. E sulla ricostruzione del Filadelfia in questi 5344 giorni di parole e promesse se ne sono fatte a miliardi, ma di fatti ben pochi.

Indubbiamente nell’ultimo periodo qualche passo avanti c’è stato: la costituzione della Fondazione di cui fanno parte Comune di Torino, Regione Piemonte, Torino Fc e i gruppi organizzati dei tifosi; il bando di concorso d’idee per raccogliere progetti per la ricostruzione del Fila; l’adeguamento dello Statuto alle vigenti normative di legge per consentire il riconoscimento della personalità giuridica della Fondazione. I passi successivi che servono per essere sempre più operativi dovevano essere la nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione e la richiesta all’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di nominativi di professionisti fra i quali la Fondazione avrebbe dovuto scegliere parte dei membri della Commissione Giudicatrice, incaricata di giudicare le 34 idee progettuali pervenute entro i termini di scadenza del Concorso di Idee.
Ed ecco che immancabilmente è arrivata la frenata: la Regione Piemonte doveva scegliere il proprio rappresentante nel consiglio di amministrazione della Fondazione e malgrado sapesse che doveva farlo entro il 29 febbraio scorso non ha esaminato per tempo i curricula dei candidati e quindi non ha nominato ancora nessuno. Ma gli intoppi non sono finiti qui, poiché anche il Comune di Torino ci ha messo lo zampino, infatti il 2 marzo Luigi Chiabrera, rappresentante del Comune nel CdA della Fondazione nonché Presidente della stessa, unilateralmente ha deciso di annullare la riunione fissata per oggi, perché, mancando il rappresentante della Regione, il CdA non avrebbe potuto far altro che occuparsi di ordinaria amministrazione e quindi non effettuare la richiesta dei nominativi dei professionisti all’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri.
A parte disquisire sul fatto che una semplice richiesta di nominativi possa essere considerata al di fuori dell’ordinaria amministrazione, indubbiamente la mancata riunione del CdA si ripercuote su quella già fissata per il 19 marzo prossimo, e di conseguenza saltata, del Consiglio dei Soci Fondatori che doveva nominare il nuovo CdA, che appunto era già stato convocato nello stesso giorno. Attualmente la riunione del CdA è a data da destinarsi. Questo ha tre conseguenze: che non si sa quando sarà fatta la richiesta dei nominativi all’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, che non si da quando sarà nominato il nuovo CdA, che non si sa quando sarà operativa la Commissione Giudicatrice che deve analizzare le 34 idee giunte per la ricostruzione del Fila. Campa cavallo che l’erba cresce!

I gruppi organizzati dei tifosi appena hanno saputo dei problemi che rallentavano i lavori della Fondazione hanno subito preso posizione e denunciato quanto accaduto. Ora si attende la posizione del Torino Fc in merito. In più occasioni pubblicamente il presidente Urbano Cairo ha detto che la società ritiene la ricostruzione del Filadelfia una priorità, quindi anche a lui dovrebbe aver dato fastidio che l’iter abbia subito dei rallentamenti. Indubbiamente il presidente ha la possibilità almeno di fare pressione su Regione e Comune affinché la prima nomini al più presto il suo rappresentante e il secondo intimi a Chiabrera di accelerare sull’individuazione della data della convocazione del CdA e sull’invio della richiesta dei nominativi all’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri. Le elezioni regionali in Piemonte sono avvenute nel 2010 e quelle Comunali a Torino nel 2011, quindi nuove tornate elettorali non sono imminenti e si sa che i politici si ricordano che i tifosi del Torino sono elettori solo quando si è vicini ad andare alle urne, ma i tifosi granata non sono dei gonzi e non hanno nessuna intenzione di farsi prendere per i fondelli da nessuno. I politici si diano una mossa e Cairo si unisca ai tifosi: alzare la voce tutti insieme per pretendere trasparenza e celerità è l’unica strada che si può e si deve intraprendere. Il Filadelfia aspetta da 5344 giorni, non parole ma fatti!
http://www.torinogranata.it/?action=read&idnotizia=27239

03/03/12 - Annullata data del CdA - Scatta l’ira dei tifosi

Fondazione Filadelfia

Sono sul piede di guerra i tifosi granata dopo la mancata nomina del nuovo Cda della Fondazione Filadelfia. Il ritardo legato alla nomina del nuovo consigliere in quota Regione Piemonte rischia infatti di far saltare il cronoprogramma per varare la commissione tecnica,che dovrà valutare i 34 progetti giunti per ricostruire il campo del Grande Torino. «Ieri il presidente Chiabrera - denunciano le associazioni toriniste che fanno parte della Fondazione - ha deciso di annullare unilateralmente la già prevista riunione di lunedì 5 marzo del Cda, adducendo che si deve gestire l’ordinaria amministrazione e non si possono prendere decisioni straordinarie».
Nessuna data per un nuovo incontro sul Fila è stata fissata e così è concreto il pericolo che il nuovo Cda non venga nominato neanche il prossimo 19 marzo.
«In questa linea di comportamento di Comune e Regione - protestano i tifosi - leggiamo una chiara volontà di allungare a dismisura, per chissà quale ragione, i termini di tutta questa vicenda. Però noi a questo gioco non ci stiamo e chiediamo che vengano presi immediatamente i provvedimenti che ci separano dalla ricostruzione del Filadelfia».
[G. ODD.]


TuttoSport - 03/03/12
Melina sul Fila
Via alla rivolta
Chiabrera stoppa l’iter della ricostruzione Le associazioni di tifosi: «Adesso basta»

ALBERTO MANASSERO
TORINO. Si respirava già aria di burrasca, come per altro è prevedibile ogniqualvolta vi siano delle nomine all’orizzonte. Definire i membri della commissione che dovrà giudicare le proposte progettuali per la ricostruzione del Filadelfia non è e non sarà cosa semplice: i tifosi, giustamente, pretendono massima trasparenza, ma in ballo ci sono vari interessi, purtroppo.
IL COMUNICATO
Tant’è, l’aria di burrasca non mentiva: adesso all’orizzonte si stagliano nitidi e minacciosi nuvoloni. Perché? Semplice: perché la gente non si fa prendere per i fondelli oltre. Il comunicato, diramato a firma “I tifosi del Toro per la Fondazione Filadelfia”, è chiarificatore. Dice: «In data 29 febbraio, si è riunito davanti al notaio Vaglienti il Collegio dei Fondatori della Fondazione Filadelfia, per adeguare lo Statuto alle vigenti normative di legge e consentire il riconoscimento della personalità giuridica della Fondazione. Nella stessa sede, il Collegio del Fondatori avrebbe anche dovuto nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione, in carica per il prossimo triennio. Ciò non è stato possibile, in quanto la Regione Piemonte, pur al corrente da tempo di questa scadenza, è giunta impreparata all’appuntamento, non avendo ancora esaminato tutti i curricula pervenuti a seguito del proprio bando e non avendo pertanto definito il nome del consigliere che la rappresenterà nel CdA della Fondazione. A causa di questo imprevisto, la riunione si è chiusa con la decisione di confermare comunque la riunione del CdA, gia prevista per lunedì 5 marzo, in quanto l’Organo, seppur in prorogatio, avrebbe comunque potuto deliberare, come previsto all’Ordine del Giorno di convocazione del CdA del 5 marzo».
MARCIA INDIETRO
Deliberare su che? Sulla richiesta all’Ordine degli Architetti e Ingegneri dei nominativi tra i quali la Fondazione avrebbe dovuto scegliere parte dei membri della Commissione Giudicante, quella che deve esprimersi sulle 34 idee progettuali pervenute in adesione al Concorso di Idee sul Filadelfia. Invece, ieri,«con decisione unilaterale, il presidente del CdA, Luigi Chiabrera , ha deciso di annullare la riunione del 5 marzo, adducendo che, non essendo nella pienezza dei suoi poteri, il CdA si sarebbe dovuto limitare all’ordinaria amministrazione, senza assumere decisioni straordinarie, non considerando che la richiesta di nominativi all’Ordine, essendo prevista dalla legge, evidentemente ricade assolutamente nell’ordinaria amministrazione». Semplificando: la data del prossimo CdA è indeterminata. Risultato? «In carenza delle riunioni del CdA del 5 e del 19 marzo, si ritarda inevitabilmente la richiesta dei nominativi agli Ordini e, di conseguenza, la nomina e l’operatività della Commissione Giudicatrice. In questa linea di comportamento, sia della Regione Piemonte, che della Città di Torino, leggiamo una chiara volontà di allungare a dismisura, per chissà quale ragione, i termini di tutta questa vicenda. A questo gioco sulla pelle dei tifosi e sulle rovine del Filadelfia, i tifosi non ci possono stare e non ci stanno. Denunciamo con forza questa situazione e chiediamo che vengano presi immediatamente provvedimenti per riportare quanto prima, nei termini temporali previsti ed auspicati, i passi che ci separano dalla ricostruzione del Filadelfia». Ecco la pubblica denuncia delle sei associazioni di tifosi che siedono al tavolo della Fondazione, anzi che sono i capofila e rappresentano l’unica vera sentinella. Qual è il motivo reale di questa frenata? Bah... Andreottianamente , ci permettiamo di pensare male: promesse di milioni di qua e milioni di là, finché il Fila era fermo, pietrificato nelle sue rovine: era facile, costava zero. Adesso che il Fila si è messo a correre, il traguardo si avvicina e con esso il dovere di materializzarli, quei milioni. Pagarli. Ci sono? Boh... Magari tutto si risolverà in fretta e al meglio, ma il sacco delle manfrine e meline e giochi di prestigio è colmo. Non ce ne sta più nemmeno uno.


Sotto la foto: Una delle tante manifestazioni di tifosi granata al Filadelfia (LaPresse)